A.N.P.I. – Arcevia
25 aprile 2006
SCRIVIAMO LA LIBERAZIONE
Testo cooperativo davanti al Memoriale dell’Eccidio di Monte Sant’Angelo
Coro: Diamoci il benvenuto! Specie a chi porta fiori, da lontano e da vicino. Gialli, bianchi, rossi. Di monte, come la ginestra e il biancospino, o di giardino come quelli che porta il bambino. Avviciniamoci, accostiamoci alla casa distrutta all’alba del 4 maggio 1944. Il prossimo anno porteremo ancora più sedie.
Voce: Ci sono tante buone ragioni per stare qui numerosi, in questo luogo, in questo giorno. E c’è un grande posto per i nostri pensieri di persone, che si trasformano in parole pubbliche che a loro volta rendono protagonisti i cittadini della comunità. Si sono accumulati intorno a questa data tanti passaggi simbolici: dalla guerra alla pace, dalla sottomissione all’indipendenza, dalla dittatura alla democrazia, dalla monarchia alla repubblica. Girando tra i nostri paesi troviamo scolpite molte lapidi, le lapidi ci guardano: i nomi scritti dei morti innocenti e spesso inconsapevoli delle guerre forsennate ci reclamano una pratica quotidiana di attenzione e vigilanza, nei luoghi della vita che sono quelli del lavoro, dello studio e della ricreazione.
Canto: Una mattina mi son svegliato
Oh bella ciao, oh bella ciao, oh bella ciao ciao ciao
Una mattina mi son svegliato
E ho trovato l’invasor
Voce: Sono vecchio abbastanza ma conservo la memoria e la volontà di mantenere la libertà. Venivo dalla scuola clandestina dei commissari politici e dopo un avventuroso appuntamento a Fano mi sono recato in bicicletta nella zona di destinazione, sul Monte Catria dietro Frontone. Lì c’erano brutte notizie, le formazioni partigiane si erano momentaneamente disperse perchè ad Arcevia doveva essere successo il finimondo a giudicare dai lampi e dai boati della notte. Dopo lo sgomento, il dolore e l’angoscia la lotta riprese: dal gruppo Sant’Angelo devastato da un micidiale rastrellamento nacquero due distaccamenti, il Patrignani e il Maggini, dai nomi di due partigiani uccisi. Anche io ho visto cose terribili, sì lo so che la morte è scordarella ma ci sono io oggi qui a ricordare chi ha dato da mangiare ai partigiani, chi portava le notizie, chi indicava la strada e soprattutto chi ha dato il sangue della vita per la libertà di tutti
Coro: Le origini della libertà stanno lì, nella nostra scelta della montagna, nel nostro rifiuto di presentarci alla chiamata della repubblica di Salò, a rischio di venir fucilati La libertà e la democrazia non si conquistano mai del tutto, perché c’è sempre chi le vuole svuotare di significati e perché bisogna sempre aggiungere significati nuovi alla luce dei suoi principi, tra i quali quello scritto nell’ art. 11 della Costituzione repubblicana, dove si legge a lettere chiare che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Canto: Oh partigiano portami via
Oh bella ciao, oh bella ciao, oh bella ciao ciao ciao
Oh partigiano portami via
Chè mi sento di morir
Voce: Non mi stancherò mai di ripetere la mia testimonianza sulla memoria della Resistenza. E lo faccio con una bella soddisfazione nel mio animo e con rabbia contro chi vuole alterare la storia. Io sono una donna e ho fatto tante piccole cose semplici ma dal significato grandissimo. Ricordo il mio primo gesto. Portai un piatto di pastasciutta, preparato da mia madre, a tre partigiani slavi che fuggiti dopo l’otto settembre da un campo di deportazione nei pressi di Arezzo erano giunti ad Arcevia dove c’erano molte famiglie di internati slavi, che non avevano alcun mezzo di sostentamento. Infatti i resistenti slavi alla scellerata politica del fascismo di conquista militare venivano uccisi o deportati e nei villaggi d’origine attorno a loro si faceva terra bruciata, internando figli piccoli, mogli e genitori anziani
Coro: Anche le donne furono importantissime nella Resistenza. Alcune combatterono in prima linea, molte furono staffette puntuali e trepidanti. Nella case dei contadini e delle contadine il pane non mancava mai e si trovava un giaciglio più morbido della terra. Se il popolo non ti sta vicino non si fa molta strada
Canto: E se io muoio da partigiano
Oh bella ciao, oh bella ciao, oh bella ciao ciao ciao
E se io muoio da partigiano
Tu mi devi seppellir
Voce: La memoria non è mai del tutto al sicuro, occorre continuare a riconoscere e dare valore all’antifascismo e alla guerra partigiana. Mi commuovo a sentire parlare i partigiani e voglio sperare di riuscire a raccontare anch’io ai miei nipoti quello che ho appreso dai nonni. Intanto oggi con me c’è mio figlio piccolo. E’ nel destino e nella vocazione del genere umano affermare ed allargare ii diritti, diventando ciascuno protagonista del proprio futuro, come fecero i giovanissimi partigiani.
Coro: Appartenere a memorie condivise è difficile, difficile è reggere l’impatto della trasmissione a livello di singoli individui, nello scontro tra oblio e ricordo, tra silenzio e parola. E’ qui che devono soccorrere mirabilmente le istituzioni democratiche, come la nostra Comunità Montana che patrocina questa iniziativa e che da alcuni anni svolge una utilissima azione di ricerca e di approfondimento, come il nostro Comune, che, insieme all’ANPI, promuove e organizza l’annuale Commemorazione dell’Eccidio. L’impegno sarà grande anche quest’anno, dopo la difficile vittoria dell’Unione alle elezioni politiche e in vista del referendum in difesa dell’integrità dei valori della Costituzione.
Canto: E seppellire lassù in montagna
Oh bella ciao, oh bella ciao, oh bella ciao ciao ciao
E seppellire lassù in montagna
Sotto l’ombra di un bel fior
Voce: Quando ci siamo trasferiti dalla Germania a Castiglioni di Arcevia, non sapevamo cosa era successo durante la seconda guerra mondiale in questa zona. Ora lo sappiamo e siamo toccati profondamente per quello che hanno subito i partigiani e le loro famiglie da parte dei nazisti tedeschi aiutati e chiamati dai fascisti italiani. Pensiamo che la nostra generazione non abbia la colpa, ma sentiamo un peso e una responsabilità relativa al nostro futuro . Se siamo qui con voi è per confrontarci con i fatti e per trovare insieme delle nuove idee per evitare che la storia si ripeta
Coro: Le liberazioni, cioè le conquiste delle libertà e dei diritti nascono sempre dal basso, dalla gente che le desidera. Oggi nel mondo succede che le democrazie vengono imposte con le guerre, che nascono dall’alto promosse dai potentissimi padroni dei capitali. La pace vera e duratura nasce dal basso, da chi conosce i soprusi perché li ha subiti.
Canto: E tutti quelli che passeranno
Oh bella ciao, oh bella ciao, oh bella ciao ciao ciao
E tutti quelli che passeranno
Ti diranno oh che bel fior
Coro: Ci accompagnano gli storici che cercano documenti e testimonianze e ci aiutano a interpretare e comprendere, ci accompagnano gli scrittori che intrecciano i fatti con parole appassionate ed emozionanti, ci accompagnano i poeti che per definizione hanno lo sguardo lungo nello scavo del passato e nella preveggenza del futuro, come Francesco Scarabicchi
Voce: Lo sguardo. Guardo da questa altura della luce/ chi sceglie l’altra via per risalire/ verso le case bianche nella nebbia/ e i nomi, consonanti di vie brevi,/ musiche che non so, stanze serene/
Di poche tendine e sedie amiche,/ cibo nei piatti pronto, fuoco acceso./ E’ qui che ho visto addormentarsi il tempo,/ scegliere di una sera il suo giaciglio,/ dedicarsi alla voce che non mente,/conquistare per sempre senza armi./
Canto: E questo è il fiore del partigiano
Oh bella ciao, oh bella ciao, oh bella ciao ciao ciao
E questo è il fiore del partigiano
Morto per la libertà
Elaborazione a cura di Angelo Verdini
I contributi sono di : Angelo Verdini, Arnaldo Giacchini, Stefano Pulcinelli, Silvana Bevilacqua, Bruna Betti, Paolo Agostinelli, Marino Montalbini, Erika Luks, Francesco Gresta, Carlo Cariti, Vittorio Pasquali.
Per contatti: Anpi-sezione di Arcevia, Corso Mazzini, 60011 Arcevia (Ancona)
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