A.N.P.I. – Arcevia
25 aprile 2010
SCRIVIAMO LA LIBERAZIONE
Quinta edizione
Testo cooperativo davanti al Memoriale dell’Eccidio di Monte Sant’Angelo
Nota meteorologica:per il quinto anno consecutivo c’è il sole, che ci consente un agio nel dire, nella riflessione, nell’ascolto, nello scambio! Statisticamente il fatto appare rilevante, specialmente in tempi in cui il clima sta perdendo alcune regolarità!
Le buone notizie:il Memoriale comprende anche un tripode, che quest’anno arde di nuovo, portandosi dietro tutti i significati simbolici che ciascuno può attribuire al fuoco; una dedicata colonna sonora, supportata da adeguata strumentazione tecnica (4 maggio 1944 – In memoria di Marino e Sandro Severini); per il prossimo 6 maggio si preannuncia lo spettacolo “Il ricordo: ubiquità nel tempo – la voce di Montefortino” della classe IIA della locale scuola secondaria di primo grado, regia di Daniele Boria; per il prossimo 7 maggio si preannuncia il “giro dei cippi”, dislocati sull’intero territorio comunale con un omaggio di decoro floreale a un dolore incolmabile che ancora non si interrompe; per il prossimo 8 maggio si preannuncia la presentazione del volume rieditato “I miei sette figli” di Alcide Cervi e Renato Nicolai con la presenza di Rossella Cantoni, presidente dell’Istituto “Alcide Cervi” ; al nostro tavolo si fa omaggio del testo della Costituzione della Repubblica Italiana, grazie alla collaborazione con il Sindacato Pensionati Italiani (SPI)-CGIL Marche; dal 24 al 27 giugno 2010 si svolgerà in Ancona la seconda Festa nazionale dell’ANPI
Le qualità e le risorse del testo cooperativo: qui dove il simbolo nasce facile e spontaneo dalla tragedia, dal massacro più feroce e inaccettabile, il pensiero diventa voce, che diventa scrittura, che resta traccia duratura su carta; una scrittura che prende forma restando fedele alla somma virtuosa delle voci: le parole si accostano, si assestano, si fanno posto, praticano la mitezza nella conquista del sapere condiviso. La scrittura cooperativa non toglie niente a nessuno, ma aggiunge valore a ciascuno, costituendo un formidabile antidoto all’individualismo e alla frammentazione
Memoria minima: Qui l’efferatezza delle forze di occupazione nazista si manifestò in tutta la sua pianificata crudeltà: Palmina di 6 anni non venne colpita nel primo impeto dello scontro, ma successivamente e a freddo, a Montefortinoi ragazzi vennero seviziati e torturati prima di essere colpiti alla testa e gettati da una rupe nel gorgo del fiume, ad Arcevia la popolazione fu costretta ad assistere alla fucilazione dei partigiani. Qui i corpi degli uccisi vennero sfigurati dai lanciafiamme
e chi ebbe il coraggio di salire dopo il massacro li riconobbe a stento, dagli indizi della corporatura e dei lembi dei vestiti. La casa colonica venne distrutta dal cannoneggiamento e tra le macerie venne subito eretto questo scarno memoriale a palpitante e perenne ricordo di chi scelse di lottare fino all’estremo sacrificio per la libertà e la dignità di tutti. Questa presenza ci aiuta perché lamemoria collettiva inevitabilmente si affievolisce nel passaggio tra le generazioni e l’oblio può prendere il sopravvento sui legami forti che tengono unita una comunità.
Poco ce manca che me vene le lagrime agli occhi: fino all’età di tredici anni stavo al Campanaro di Santa Croce e abitavo attaccato alla casa di Nello Mazzarini, il cui nome adesso vedete scolpito su questa pietra. Solo una parete di muro divideva le nostre case e io sentivo bene i rumori provenienti dalle uniche due stanze della sua casa. Per tre anni siamo andati a scuola insieme alla Costa, ci andavamo a piedi, poi a nove anni lui smise per andare a garzone. La sua famiglia di nove persone poco dopo si trasferì qui a mezzadria in questo fondo molto povero. Il giorno dopo la strage, sono salito fin qui, cercavo con gli occhi il volto di Nello, ma non l’ho trovato, perché erano tutti furiosamente deturpati . Dopo il fronte io e altri cinquanta giovani di Arcevia ci siamo arruolati volontari nella Brigata Maiella, perché avevamo dentro una grande voglia di rivendicazione e di riscatto.
Del silenzio e del futuro: si dice che non esiste più il futuro di una volta! In effetti molti vivono schiacciati da uno sterminato presente, che assottiglia e banalizza il passato (fino a farlo scomparire) e che non ha bisogno di futuro, non più disegnabile, addirittura indifferente. La nostra Costituzione, nata con uno spirito di civilissima concordia, appare disciplinata e lieta nella sua prefigurazione delle sorti del Paese: nella consuetudine del ricordo descrivibile come “di pane, di pietra, di cuore”, essa è mobilissima, guarda al futuro, assume l’avvenire come criterio e come misura, si rivolge esplicitamente ai giovani, che hanno più tempo da vivere e più energie da mobilitare, per avanzare e difendere. In questa stagione di prevalente decadimento culturale e morale, di iniquità camuffata da necessità, di strapotere della merce sempre più strafottente è urgente recuperare la politica che abita la vita, i pensieri e i gesti quotidiani di ogni persona, che partecipa, che non vuole sentirsi isolata, che decide di non essere triste: così si può rompere il silenzio e immaginare ancora un futuro amichevole.
Monumento da salvare: questo luogo , coi suoi resti e i suoi manufatti, ha conquistato la dignità di monumento. Spetta alle generazioni successive continuare ad attribuire senso al monumento e al luogo dove esso è sorto, mantenendone l’integrità e la riconoscibilità. In questa prospettiva il memoriale è da salvare, perché si sta sgretolando e non riesce più a comunicare con tanti che lo guardano. Serve un concorso di idee, serve un concorso di risorse. Il restauro dovrà essere conservativo, in modo tale che ne rimarchi la sobria essenzialità, una austera leggibilità e una facile fruibilità. Che le parole che da esso emanano, possano ancora essere ascoltate!
Gli internati militari italiani in Germania: nel settembre 1943,con il rovesciamento delle alleanze,i militari italiani si ritrovarono nemici degli ex alleati tedeschi. Salvo i pochissimi che accettarono di affiancarsi ai nazisti e confluire nell’esercito della neonata repubblica di Salò, più di seicentomila soldati italiani furono deportati in Germania e poterono rientrare in patria solo dopo la fine della guerra Essi si ritrovarono agli ultimi gradini di una scala definita in base a criteri politici, economici, razziali, venivano chiamati sprezzantemente “badoglios” e subirono umilianti punizioni nel loro sfruttamento come forza lavoro nell’industria bellica e nelle condizioni materiali di vita in prigionia. Su questo aspetto,che riguarda anche tante persone originarie dei nostri territori, occorre allargare e approfondire la ricerca, a partire anche dalla memorialistica che comincia a prendere consistenza e diffondersi e dalla disponibilità degli archivi ufficiali. Essi, compresi quelli che furono subito uccisi o che morirono di stenti, di fame e di malattia sono da considerare a pieno titolo i primi resistenti
E l’acqua?: l’ANPI sostiene la battaglia avviata dal forum italiano dei movimenti per l’acqua e impegna a tal fine tutte le sue strutture. L’acqua è un bene comune da difendere: fuori l’acqua dal mercato, fuori i profitti dall’acqua. L’acqua è un bene essenziale, un diritto umano universale, da affermare ovunque come battaglia di civiltà. Il primo quesito referendario si propone di fermare la privatizzazione dell’acqua, il secondo consente di aprire la strada alla sua ripubblicizzazione, il terzo permette di eliminare i profitti dal bene comune-acqua
Elaborazione a cura di Angelo Verdini
I contributi sono di: Angelo Verdini, Bruna Betti,
Paolo Agostinelli, Danilo Lenci, Mattia Tisba, Giuseppina Biancini, Andrea Bomprezzi, Virginio Villani, Sante Aguzzi, Carlo Cariti
Citati i testi di: Francesco Scarabicchi (poesia), Albert Alcalay (diario di un ebreo scampato alle leggi razziali italiane, aiutato dalle famiglie dei contadini arceviesi), Piero Calamandrei ( Discorso agli studenti milanesi sulla Costituzione – 1955), Gang ( album musicale “Il seme e la speranza”: le inevitabili emissioni di anidride carbonica prodotte per la sua realizzazione sono state compensate con una riforestazione in Costa Rica), Gabriele Hammermann (saggio storico), Avagliano e Palmieri (saggio storico)
Per contatti: Anpi - sezione di Arcevia, Corso Mazzini, 60011 Arcevia (Ancona)
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